Scrivere un testamento non è soltanto un atto burocratico con cui si cerca di mettere in ordine le cose per chi ci seguirà o per distribuire le nostre ricchezze.
È, invece, un importante atto da fare in qualsiasi momento della vita, per lasciare una testimonianza del proprio passaggio nel mondo e riassumere, in un certo senso, ciò che si è sempre voluto o desiderato.
In molti lo considerano soltanto uno strumento tramite cui evitare le liti tra eredi, ma il testamento è molto di più, perché è una vera eredità spirituale, oltre che materiale, è una responsabilità che ognuno di noi dovrebbe tenere a mente.
Creare una famiglia è una responsabilità importante che va affrontata tutti i giorni, educando i propri figli (se si hanno), curando il legame affettivo tra i suoi componenti e facendo sì che la loro vita vada avanti nel miglior modo possibile.
Quotidianamente ci troviamo di fronte a tante situazioni imprevedibili e a scelte improvvise, per cui dobbiamo essere pronti ad affrontarle nel modo più sereno e intelligente possibile, ma soprattutto responsabile.
Uno di questi casi è la possibilità di redigere un testamento, anche quando nulla ci fa pensare che ce ne sia bisogno.
Questo documento che, spesso, fa paura, riveste, invece, un ruolo molto importante nella nostra vita, perché pur essendo, materialmente, un documento burocratico, è da considerare anch’esso una prova di responsabilità verso chi ci vuole bene e verso coloro con cui abbiamo deciso di condividere la nostra vita.
Fare testamento, anche da giovani e in buone condizioni di salute, non significa attirarsi addosso la sfortuna, ma fare un bilancio delle proprie scelte, mettere nero su bianco ciò che abbiamo voluto e cercato nella vita, condividendolo con le persone a noi care e lasciando loro una testimonianza di cosa è stato e come è andato il cammino percorso insieme.
È una scelta essenzialmente d’affetto, un estremo atto d’amore da compiere quando ci si sente pronti e nel momento in cui se ne avverte il bisogno, senza farsi condizionare dal comune e superficiale significato che la massa dà a questo documento così delicato.
Nonostante il valore umano e affettivo del testamento, la burocrazia ci costringe a seguire determinate regole per la sua stesura, per cui innanzitutto bisogna sceglierne la tipologia: quello pubblico viene redatto insieme a un notaio, che si preoccuperà di custodirlo, mentre quello olografo può essere steso a mano dal testatore stesso, che poi deciderà le modalità per conservarlo.
Quest’ultimo tipo di testamento, naturalmente, ha un significato intrinseco molto più importante rispetto al primo, perché il più delle volte è scritto col cuore, senza alcun pensiero agli affari burocratici che ne scaturiranno.
Se, poi, si sceglie consapevolmente di anticiparne la stesura, allora significa voler tutelare le persone che si hanno accanto, in particolare ora che il matrimonio non va più tanto di moda.
Purtroppo, infatti, esistono numerosi esempi di persone che hanno vissuto insieme per molti anni senza alcun legame “ufficiale” e che poi, quando una di loro è venuta a mancare, ha lasciato l’altra senza alcuna tutela di fronte alle pretese dei parenti ed eredi legittimi, secondo la legge.
Pertanto, decidere di redigere un testamento senza farsi influenzare dalle condizioni fisiche o dal momento che si sta vivendo, possiede lo stesso valore di una promessa di matrimonio (con i propri cari) e lo trasforma in un documento in cui non solo si conferma tale promessa, ma si va oltre, rafforzando il legame d’amore e di affetto, rendendolo vivo e palpabile anche quando non ci saremo più.
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